Google Ranking

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I dieci fattori di ranking di Google 2021
L’ottimizzazione della ricerca su Google è in continua evoluzione. Molte regole di base rimangono le stesse, ma l’algoritmo di riferimento da cui dipende il podio della classifica della ricerca si arricchisce in continuazione. Per assicurarsi un buon posizionamento è quindi importante conoscere quali sono i criteri di valutazione, che interagiscono con i contenuti delle notizie.

I criteri di valutazione: i dieci fattori di ranking di Ricerca Google
I fattori da considerare quando ci si appresta a scrivere un pezzo da indicizzare sono dieci. Li vedremo nel dettaglio, ma intanto è bene concentrarsi sulla qualità, cioè sul valore del contenuto, più che sulla quantità, ovvero sul numero di parole contenute in un articolo.

 1) Lunghezza del contenuto

Google premia gli articoli più completi: la lunghezza dunque è un criterio importante per scalare le classifiche. Ma è bene non utilizzare contenuti ridondanti solo per riempire gli spazi, perché si rischia di perdere credibilità. Per un buon articolo indicizzato è bene ottimizzare il targeting per parole chiave e in questo senso può aiutare la ricerca semantica di Google. Queste parole chiave sono ricavabili sfogliando i risultati della “ricerca correlata”, in calce alla pagina dei risultati di ricerca di Google.

 2) Link ipertestuali

I link ipertestuali giocano un ruolo fondamentale nell’algoritmo di ricerca di Google. Naturalmente i link devono rinviare a domini autorevoli e referenziati. Quindi è bene controllarli sempre, uno per uno.

 3) Rankbrain

Il RankBrain è uno strumento che semplifica e orienta la ricerca verso risultati molto mirati. Il RankBrain parte in pratica dall’elaborazione di ricerche complesse e incrocia i risultati ottenuti con il comportamento e le preferenze dell’utente.

 4) Freschezza

L’algoritmo Google Freshness è stato lanciato nel 2010 e ha avuto un forte impatto negli ultimi due anni. In pratica Google privilegia testi aggiornati e recenti, lasciando in coda alla classifica contenuti più datati, anche se ben indicizzati.

 5) Compatibilità con i dispositivi mobili

Era il 4 novembre 2016 quando Google annunciò l’indicizzazione “mobile-first”. Cosa vuol dire? Che la buona adattabilità di un sito Web ai dispositivi mobili e la migliore esperienza garantita all’utente inciderà positivamente anche sulle sue classifiche di ricerca. In passato, i web designer creavano prima le versioni desktop, poi quelle mobili. Oggi l’utilizzo dei dispositivi mobili ha superato il desktop e questo aspetto va tenuto ben presente al momento della progettazione di un sito.

Questo approccio “mobile-first” ha rivoluzionato i risultati di ricerca, soprattutto per ciò che riguarda la geolocalizzazione.

 6) Velocità pagina

Il tema della velocità di caricamento è strettamente collegato a quello della geolocalizzazione, che richiede risultati tempestivi, quando si è in mobilità.

 7) Vitale è bello

Google premia i siti interattivi, con una buona stabilità visiva e una grafica accattivante.

 8) Attenzione agli “schema code”

Gli “schema code” sono dei tag che si possono aggiungere al codice HTML per migliorare il modo in cui i motori di ricerca leggono e rappresentano la pagina nelle SERP. Questi codici sono molto importanti, soprattutto per le piccole imprese che giocano sul marketing territoriale. Il codice di markup, infatti, li favorisce nelle ricerche per indirizzi, numeri di telefono, recensioni e così via.

 9) Potere del marchio e del dominio

Le ricerche brandizzate sono un potente stimolo per orientare l’algoritmo di ricerca di Google. E questo avviene quando un sito ottiene molte visite a partire dalla ricerca di quel brand.

E poi c’è il nome del dominio. Un sito nato per vendere tavoli avrà più successo se il dominio registrato sarà tavoli.it piuttosto che il nome del brand. La storia, poi, fa la differenza: i domini più anziani hanno maggiori chances di scalare le classifiche di quelli nati più di recente.

 10) HTTPS

Il codice HTTPS è un fattore di ranking ufficiale già da tempo (agosto 2014), quando è stato annunciato per la prima volta sul blog ufficiale di Google Webmaster Central. Al motto di “La sicurezza è una priorità assoluta per Google”, il gigante del web aveva precisato che gli utenti dei servizi Ricerca, Gmail e Google Drive possono contare su una connessione sicura a Google”. Con una successiva comunicazione (ottobre 2017), Google invitò i webmaster a evitare il protocollo HTTP sui siti in cui gli utenti devono inserire dati.

A prescindere dagli effetti sulla SEO, e per evitare problemi da futuri aggiornamenti di Google, è comunque consigliabile spostare ogni tipo di sito su HTTPS.

Competenza, autorevolezza e affidabilità per i siti con contenuti sensibili

Infine, un fattore di ranking importante, che esula dai fattori generali, è quello dei cosiddetti Eat (Expertise, Authoritativeness, and Trustworthiness), che riguarda quei siti che perseguono finalità benefiche. Le stesse regole valgono per quei siti che hanno un impatto sulla salute o sulle finanze di una persona (YMYL, “Your Money or Your Life”). Ecco allora che, in questi casi, Google premia i contenuti scritti da esperti in materia, persone con esperienza riconosciuta o con frequenza di pubblicazione. Così come anche autori con una reputazione riconosciuta da terzi. Se ci si trova ad aggiornare questo tipo di siti, è bene assicurarsi dunque che il contenuto abbia informazioni riscontrabili o che sia in linea con principi oggettivi e scientificamente dimostrabili. Il riferimento alle fonti è un criterio importante. Perché un articolo sia credibile, infine, è importante rendere reperibili le informazioni di contatto del sito web.

Un decalogo prezioso per una buona strategia di marketing

Comprendere e applicare rigorosamente questo decalogo può fare la differenza, tra il successo o il fallimento di ogni strategia di marketing online.